Ara sa terra, massaju, ca est ora de arare...



mercoledì 27 luglio 2011

Massi


Ogni tanto mi diletto a salire sui massi, per il puro piacere del gesto e per godere dell' aspetto sociale del bouldering. In fondo poi, molte vie su granito (in Yosemite in particolare) si risolvono con uno o due passaggi di boulder secchi. Avere un po' di gesti nel repertorio non guasta mai.

Settimane fa Owen e Jamie mi invitarono ad esplorare con loro una nuova zona, nei pressi di lake Tahoe. Il caldo era soffocante e tutti i blocchi erano circondati da mini foreste di manzanita. Nonostante tutto fu una giornata divertente e rilassante, senza stress da prestazione. Muoversi su rocce cercando il movimento piu' duro, con il lusso di rimanere seduti per terra se le energie vengono meno.
Lascio qui il link al blog di Owen, che con certosina pazienza sta pulendo i blocchi, segnando il sentiero e preparando relazioni. Magari se passate da quelle parte vale la pena fermarsi... un sacco di blocchi (duri, dal V7 in su...) aspettano una prima salita.


Nella foto io sto salendo una facile fessura (5.10.a circa, V0 scala boulder) di circa sette metri. Da notare la postura di Owen, da paratore pronto e attento...

martedì 19 luglio 2011

Sospeso




Circa un mese fa, passando di fronte ad un libreria, sentii l' impulso di entrare e
comprare una copia dell' Odissea di Omero. I libri sono gli unici oggetti che compro seguendo l'istinto, senza dovere passare attraverso i lunghi processi di analisi e ponderazione che precedono ogni mio altro acquisto (tu chiamala se vuoi decrescita o taccagneria...).
Quel gesto, nato da una bulimia letteraria, sembrava non avere un senso preciso. Mi ero pero' scordato che i libri sono oggetti animati che ti cercano e si fanno spesso trovare nel luogo giusto e al momento giusto. Quante volte mi e' capitato di finire la lettura di un libro scelto a caso e rimanere meravigliato da come si incastrasse bene con le emozioni, le esperienze di quel momento della mia vita. Si potrebbe obbiettare che la connessione ci fosse fin dall' inizio, ma era nascosta nelle pieghe del mio inconscio... ma io ho un' anima semplice e preferisco pensare ai libri come dotati di vita loro.

Cosi' a leggere di Ulisse sperso nel Mediterraneo, ho poi capito che il libro non era una scelta casuale. Cercavo nei versi quel senso di straniamento e sospensione che nasce dal vivere in terre straniere. Il desiderio del ritorno si scontra con una chiara consapevolezza dei difetti e delle storture di cio' che si e' lasciato. La volonta' di esplorare e rimanere lontani e' frenata dal pensiero , sempre presente e forse idealizzato, del posto che si continua a chiamare casa. Rimango cosi' sospeso tra due mondi, non so se sia un bene o un male. Cerco di prendere il meglio da entrambi e di esercitare una infinita pazienza con tutte le persone, spesso sconosciute, a cui devo spiegare (come un mantra almeno un paio di volte alla settimana) da dove vengo e fino a che punto debbano considerarmi straniero...

martedì 5 luglio 2011

Sulla scelta dei compagni


Da anni continuo a pensare che la corda sia capace di trasmettere impulsi e vibrazioni psichici, in grado di connettere su un livello diverso le due persone che arrampicano insieme. Il piu' delle volte il modo in cui scalo e le sensazione che riesco a trarrre dall' arrampicata dipendono da chi mi fa sicura. Per uno sport individuale come l'arrampicata, la cosa ha poco senso. O ti tieni o non tieni, direbbe qualcuno. in realta' la cosa non e' cosi' ovvia. C'e' tutto un universo di caratteri umani, un sottobosco di individui affetti dalle piu' svariate paturnie e sindromi, tali da rendere l' arrampicata un enorme laboratorio di psicologia sociale. E qualcosa di piu' di uno sport individuale.


Compagni Ideali. Sono quelle persone che hanno un genuino piacere ad arrampicare con voi, a scegliere insieme una via o un progetto. Sono quelle persone che vi danno ispirazione per un nuovo viaggio, per una nuova avventura. Sanno quando stare zitti e quando parlare. Sanno dividersi fatiche e piaceri dell' arrampicata. Soprattutto potete sapere da subito fino a dove potrete spingervi, divertendovi. Da coltivare e preservare con cura, vista la loro rarita'.

Ossessivi. Hanno un progetto in testa e voi siete uno strumento, al pari della corda o del gri-gri. Se i vostri interessi collimano, allora ci si potra' divertire insieme. Tutto e' finalizzato alla loro realizzazione. Si scrivono sulla relazione i tiri che vorranno fare da primi, l' ordine con cui verranno fatte le vie. Ogni cambio di programma genera tensione e una stato di nervosismo difficilmente riconciliabile. Sono le persone ideali per realizzare un progetto condiviso, vista la caparbieta' ossessiva. Non aspettatevi pero' nessun supporto morale o incoraggiamento: di solito godono a vedervi fallire.


Bari. Hanno una loro idea, ma non la svelano fino all' ultimo momento. Vi imbrogliano vendendovi un progetto di viaggio o uscita in un posto e solo all' ultimo momento, quando siete seduti in macchina nel sedile del passeggero, vi dicono con fare innoquo " ... ci sarebbe pero' pure questa vietta che non e' male..." . Allora sapete che e' troppo tardi, loro sono alla guida e dovete piegarvi al fato. Sono compagni ideali per quei giorni in cui siete pronti a tutto o non avete le idee chiare. Controindicazioni: con la menzogna, possono portarvi su vie pericolose che altrimenti vi sareste rifiutati di fare.


Bugiardi innoqui. Hanno salito vie di misto duro sulle Alpi, fatto Zodiac in un giorno, sanno descrivervi ogni tiro di Astroman. All' attacco della vie manifestano invece sempre sintomi misteriosi che non gli permettono di andare da primi, di essere in forma quel giorno. Non vi rimane che trascinarveli dietro, sperando che non appartengano al genere loquace che parla in sosta e vi dice "...magari lo avrei potuto fare da primo..." quando li recuperate dopo un tiro in cui vela siete fatta nell'imbrago. Possono essere anche compagni piacevoli, una volta catalogati.

Bugiardi pericolosi. Sanno mentire bene e vi fregano, portandovi su vie mortali che pensate saranno in grado di dominare, perche' li considerate di buon livello, persone addirittura da cui imparare qualcosa. Vi hanno detto di avere salito linee che voi manco guardate nella guida. Scoprite poi con terrore che non sanno usare un cava nut. Di solito sono relazioni effimere, una via, una salita e mai piu' insieme. Da temere come le tempeste in montagna.

Mendicanti. Categoria generica, a cui io stesso appartengo. Possono essere top climber o subumani. Tutti almeno una volta lo siamo stati. Sono quelli che chiamano il venerdi pomeriggio, perche' non hanno trovato nessuno per il fine settimana. Venderebbero un litro di sangue per fare qualcosa, qualsiasi cosa. Vi offrono di guidare, di portare il materiale, di offrirvi pure una birra. Se si e' fortunati, sono ottimi compagni perche' vivono con gioia la scalata insieme, che considerano come un dono improvviso dal cielo. Lo stadio successivo (e io l' ho fatto piu' volte) e' quello di presentarsi direttamente sul posto o aggirarsi nel campeggio, tendendo dei veri agguati ai gruppi dispari di arrampicatori "siete dispari? vi serve un compagno?" . Una volta superato l' imbarazzo iniziale, pure i gruppi pari vanno bene.


Cani morti. Aspetto complementare dei mendicanti. Il termine e' stato coniato da qualcun altro (che non ricordo), ma credo renda bene l'idea. Sono le persone al fondo delle lista dei contatti, quelli che di solito non vorreste avere come compagni per svariati motivi: logorroici, inaffidabili, pericolosi, lenti. Sono l' alternativa all' autoassicurazione con il gri-gri o l' ultima riserva a cui attingere per non passare il fine settimana a fare trazioni alla sbarra. Li chiamate ma rimpiangiete di averlo fatto gia' dopo il primo tiro. Pensate che non lo farete mai piu', fino al prossimo venerdi pomeriggio di disperazione.


Ovviamente esiste un mondo sterminato di possibilita', di incroci fra i vari caratteri, tale da rendere l' arrampicata un mondo piuttosto complesso di relazioni umane e patologie psichiatriche...