Ara sa terra, massaju, ca est ora de arare...



domenica 11 aprile 2010

Gold Wall





La mia idea di salire il Nose non e' certo un segreto. Ci sono due modi di farlo
1) quattro giorni in parete soffrendo
2) uno-due giorni, soffrendo lo stesso ma con stile.
Io vado per la seconda: lo stile in parete e' tutto, pure piu' dei gradi a volte. Ma come ogni cosa richiede un certo allenamento, che va al di la' della semplice forma fisica o arrampicatoria.
Il problema e' che non e' che puoi uscire dal lavoro alle sette e dire "beh.. oggi vado ad allenarmi... faccio una Big Wall e sono a casa per cena...". Il piano cosi' e' salire "piccole" Big walls, considerate "moderate" , semplici cioe', per gli standard Californiani un po' sballati...
Sono almeno cinque-sei le pareti di grado V (quinto) che sono quasi d' obbligo prima di provare
una parete di VI grado. Il numero romano indica l' impegno complessivo, il commitment come tanto piace agli ammerigani: il tempo di avvicinamento, la possibilita' di fuga, i soccorsi, il tempo totale in parete...Pure mettere insieme cinque vie di grado V e' una piccola impresa, a meno di non licenziarsi.
La terza nella mia lista era Gold Wall, ed ho pensato che fosse giusto celebrare la primavera con questa salita su una parete poco frequentata, a causa dell' avvicinamento lungo e non ovvio.

Decidiamo con Raffi di partire Domenica mattina, con calma... Il piano prevede l' arrivo a Yosemite alle 12:00, avvicinamneto e iniziare a scalare alle 15:00. Fissare i primi quattro tiri e dormire o su una cengia o in parete. Il giorno dopo, salire le corde fisse e finire la via.
Semplice in fondo. Eppero' Domenica commettiamo l'errore di fare una pausa mentre siamo in viaggio e mangiare del cibo messicano: fagioli, riso, salse varie che mi danno una mazzata incredibile. Arrivati gia' con un' ora di ritardo, fatichiamo a riprenderci dall' abbiocco.
Il saccone, con i suoi dodici litri di acqua, materiale, sacchi a pelo, pesa circa quaranta chili. Sudo come un dannato, mentre il cibo messicano ha la meglio su mente e viscere...ci perdiamo piu' volte e finiamo per trovare l' attacco alle 5 del pomeriggio. Voglia di arrampicare
quasi nulla. Il primo tiro e' un misto di libera e artificiale. Ho promesso a Raffi di salirlo io perche' lui non si fida del pezzo in artificiale, in cambio lui salira' uno dei cammini finale che io temo e aborro! finisce pero' che fissiamo un solo tiro e poi ci mettiamo a chiaccherare alla base.

Lunedi' il progetto e' salire a questo punto in un solo giorno... ci riusciamo quasi, ma decidiamo alla cinque di calarci a due tiri dalla vetta: temiamo il mal tempo e la calata con le doppie. La via e' stata spettacolare, super intensa e con una vista incredibile sul El Cap, quasi a ricordarci che in fondo quello che stavamo facendo era un nulla, una briciola di quello
che ci aspetta, forse. In uno dei tiri centrali si entra letteralmente dentro la montagna: un cammino si chiude e diventa un cunicolo che risbuca fuori attraverso un piccola imboccatura. La cosa piu' strana mai fatta in parete!

La prossima volta pero' meglio evitare il cibo messicano ...