Ara sa terra, massaju, ca est ora de arare...



martedì 11 dicembre 2007

freegans..

Che poveri e ricchi mangino in modo differente e' forse una constatazione banale.
Ma mai come qui, il modo in cui si mangia segna in modo netto ed evidentissimo le classi sociali. Mangiare biologico, o semplicemente stare alla larga dai grandi centri commerciali e dal cibo spazzatura, costa. Borghesia ricca, ben educata (di solito bianca) mangia sano e puo permettersi di fare la spesa nei farmers market, nelle catene alimentari bio e solidali. L'altra scelta e' la grande distribuzione, i super-discount con prodotti scadenti, in confezione giganti e che costano poco. E' l' unica opzione per chi non ha molti soldi o per chi non si e' mai posto il problema di cosa relamente mangia. L' assenza di una cultura del cibo, di una sorta di tradizione culinaria rende ancora piu' difficile l' accesso ad un cibo di qualita' per il proletariato o sottoproletariato (..'azz ho cercato di non usarli 'sti termni... ma e' stato troppo forte...) . Insomma non solo compri merda, ma se non hai nemmeno mai visto come si cucina: si finisce per mangiare sempre prodotti gia' pronti, privandosi anche dell' aspetto sociale e comunitario del mangiare.
Essere vegetariani o vegani e' purtroppo un fatto di elite, benche' il numero di vegans sia in aumento. Una elite che ha preso coscienza di un serie di problematiche, che trova il tempo per comprare e prepare cibo in modo diverso. Insomma facendo la spesa in uno di questi supermercati/boutique, in mezzo ad una clientela politicamente corretta e ben educata, mi e' preso lo sconforto piu' nero a pensare a come una cosa cosi elementare come mangiare verdura, sia diventato una "roba da ricchi".
Pero' poi la sera leggendo il libro di Perer Singer "The way we eat: why our food choices matter" (ci scrivero' su' appena lo finisco..) ho scoperto dell' esistenza dei freegans. Persone che rigettano in toto il modello consumista e decidono di mangiare cio' che trovano nei cassonetti dei supermercati o dei ristoranti. Soprattutto la grande distribuzione getta via grosse partite di cibo per ragioni svariate ( poco spazio nel magazzino, data di scadenza ravvicinata, prodotto piu' fresco da vendere), cosi' con un po' di sforzo i freegans recuperano e riusano cio' che il "sistema" scarta. la presenza di una scelta etica dietro il gesto e la sua scelta consapevole fano si che i freegans non possano essere visti come barboni o monnezzari. Una scelta simile non permette di cambiare il modello dominante , pero' mette almeno allo scoperto in modo radicale il rapporto folle che c'e' ormai tra l' uomo, gli oggetti e il mondo che lo circonda.
Io continuero' a fare la spesa in mezzo ai bianchi ben educati senza pero' avere l' idea di stare
salvando in mondo. mentre mangio una zuppa di lenticchie...

1 commento:

GiMi ha detto...

ecco, lo so che sotto sotto vuoi diventare un freegan...